Esplorare Saronno

La Città e la Storia

Il primo documento ufficiale che attesta l’esistenza dell’attuale Saronno risale ad un atto notarile dell’ AD 796, in cui viene citato il borgo di Salomno, la forma più antica della denominazione odierna, a cui si è giunti attraverso vari passaggi. Intorno al 1300 Saronno diventa comune del Contado del Seprio, sviluppando le proprie attività commerciali ed agricole. Nei secoli a venire, nella lotta tra le grandi famiglie milanesi, Saronno parteggia apertamente per i Visconti ed al crescere della loro supremazia in terra lombarda, viene coinvolta attivamente nelle vicende della nobile casata, tanto da essere dotata di mura di cinta con quattro porte d’ingresso, come una grande città. Di queste mura non resta purtroppo oggi nessuna traccia. Nel 1355, Matteo Visconti - vicario imperiale e signore di Milano - si innamora del borgo di Saronno e decide di stabilirvi la sua corte. Fa quindi erigere un castello con una rocca, di cui rimane soltanto oggigiorno su un muro lo stemma dei Visconti – il bi scione che divora un fanciullo. Sia la Rocca che un altro palazzo imperiale vengono fatti subito smantellare alla morte di Matteo Visconti dal fratello Gian Galeazzo (sospetto colpevole della sua morte per avvelenamento), nuovo signore di Milano. Nel 1450 Saronno passa sotto il dominio degli Sforza. Ludovico Sforza – detto Il Moro – Signore del Ducato di Milano, ama passare tempo a Saronno, tanto che il 18 maggio 1491 dona il feudo alla sua giovane amante Cecilia Gallerani, resa immortale dal ritratto che ne dipinse Leonardo Da Vinci, noto con il nome di Dama con l’ermellino.

Dal 1499, Saronno subisce la medesima nefasta sorte di Milano, con la dominazione francese prima e quella spagnola poi. Durante la dominazione spagnola – dalla metà del 1500 fino all’inizio del 1700 – scoppia una terribile epidemia di peste (anni 1576 e 1577) che causa la morte di circa 3000 saronnesi. Ossa degli appestati sono ancora oggi conservate in una teca nell’ antica chiesetta di Sant’ Antonio Abate, al cui lato viene costruito un lazzaretto, che ospita i malati anche durante la successiva grande pestilenza del 1630 (di cui abbiamo un grandioso affresco ne I Promessi Sposi del Manzoni), causata dalla calata dei Lanzichenecchi, che portarono malattie, carestia, distruzione. Con il governo austriaco la situazione migliora notevolmente e l’economia saronnese torna a rifiorire, portando un periodo di pace e di splendore economico. Con la campagna d’Italia e la vittoria finale di Napoleone nel 1805, Saronno entra a far parte del Dipartimento dell’Olona. Le chiese di San Francesco ed il Santuario vengono depredate di opere ed arredi. Dopo Waterloo e la sconfitta di Napoleone segue un nuovo periodo di dominio austriaco, in cui Saronno non manca comunque di dare appoggio ai moti insurrezionali, partecipando alle famose Cinque Giornate di Milano nel 1848. Nel 1859 Saronno entra a far parte del Regno d’Italia, con l’annessione della Lombardia e la sconfitta degli austriaci. Dopo le due guerre mondiali, Saronno entra nella sua storia più recente di nuovo centro industriale, oltre che agricolo e commerciale. Il 15 ottobre 1960 a Saronno fu dato il titolo di città, come riconoscimento al ruolo di centralità assunto nel proprio territorio. All’ epoca il 64% della popolazione attiva (all’epoca contava 24.803 abitanti) era occupata nell’ industria, grazie ad aziende di primo piano nel panorama nazionale: De Angeli-Frua, poi Cantoni (tessile), ILLVA ( Amaretto di Saronno), Cotonificio Poss,Fimi-Phonola (televisori), Parma Antonio & Figli (casseforti), Isotta Fraschini (motori auto), LUS (penne a sfera), Lazzaroni (biscotti), Giulio Gianetti (ruote) e molte altre. Di queste aziende poche sono ancora aperte, ed il baricentro di Saronno si è spostato gradualmente sull’ attività commerciale e sui servizi, grazie alla posizione di assoluta centralità nel sistema di comunicazione lombardo. (Notizie tratte da comune.saronno.va.it )